Tuesday, January 25, 2011

Marea Nera in Sardegna..nessuno ne parla



Un ringraziamento speciale a Sea Shepherd , che ha dato voce a noi sardi e alle nostre spiagge.



Le Lacrime Nere Di Un Disastro Negato

La testimonianza dei volontari in sardegna nord-occidentale raccolta da Costanza Troini

spiaggiaL'allarme scatta alle quattro e mezzo di un pomeriggio nel cuore dell'inverno, un giorno nero per il mare della Sardegna e per i gli stessi sardi. E' l'11/1/11.....

"Ma al TG Regione di ieri (cioè del 22 gennaio 2011) hanno detto che c'è l'ipotesi si sapesse anche un po' prima", racconta un'attivista per l'ambiente che insieme al suo gruppo locale si è mobilitata immediatamente, collaborando con Pier Mauro Marras, coordinatore di Sea Shepherd Italia sull'isola.

Come sia successo esattamente non è ancora chiaro. Cosa è successo è invece sotto gli occhi di tutti i volontari intervenuti sulla costa nord-occidentale sarda."18mila litri di olio combustibile si riversano in mare – raccontano i volontari - per un buco in una tubatura sott'acqua che, l'11 gennaio, riforniva la centrale E.On di Fiume Santo. Un incidente? Errore umano? Non è dato sapere. Sappiamo però che questa sostanza pesante e appiccicosa trasforma l'aspetto del mare e delle coste". Il mare e le coste tra i più belli del mondo, tra Porto Torres e Santa Teresa di Gallura, Capo Testa, la Valle della Luna, l'arcipelago della Maddalena....

Ragazze e ragazzi hanno le scarpe piene di macchie scure e dense, una materia viscida e insidiosa che si attacca a tutto ed è difficilissima da rimuovere. È appunto l'olio combustibile, la cui nocività è ben nota e documentata. pdf Scheda tecnica Olio Combustibile

"Bolle nere di varia grandezza galleggiano sul nostro mare – prosegue una volontaria – Stiamo cercando di toglierle e intanto molte si depositano sul fondo. È tutto scuro, la sabbia, le rocce... Granchi morti e una gabbianella che mi faceva troppa pena guardare". E chi conosce la sorte di pesci, cetacei e flora marina vittime di una marea nera che secondo stime e rilevazioni – ancora scoordinate e approssimative – si estende a 5 miglia dalla costa?

"Una devastazione. A rimediare viene chiamata la stessa E.On che affida la pulizia a manodopera fornita dall'agenzia per il lavoro interinale Manpower: operai che con pale e rastrelli fanno del loro meglio per raccogliere le bolle d'olio nero in buste di plastica; buste di plastica piene che però spesso vengono lasciate sulle spiagge in balia delle mareggiate".

"Nessuno sa fino a che punto sia tossico. Alcuni volontari si sono sentiti male. Le autorità cercano di dissuadere i cittadini dall'andare ad aiutare, ma noi sospettiamo che sia solo per nascondere meglio i danni incalcolabili che sono stati fatti. Le stesse autorità stanno palesemente minimizzando la portata del disastro. Il sindaco di Santa Teresa rimpicciolisce la marea nera a colpi di comunicati. Legambiente gli fa compagnia e intanto dichiara che la macchia si sta solidificando – ipotesi discutibile osservando le scarpe di noi attivisti dove l'olio rimane fluido e immutato per giorni e giorni". "Il sindaco e il rappresentante di Legambiente dicono che la macchia non si è estesa, passano il tempo a sdrammatizzare e intanto non fanno nulla - sostengono i volontari sardi – Si sono mossi solo il WWF di Santa Teresa e Sea Shepherd Italia. Ma la situazione purtroppo è tutt'altro che sotto controllo. Regna il caos. Servono braccia per rimuovere le bolle maligne e insidiose. Abbiamo bisogno anche di tecnici e di un'équipe di esperti che capisca la situazione e stabilisca se si deve ricorrere a solventi o cosa. Dobbiamo salvare il nostro mare, gli animali, la vita acquatica... " E le rocce scolpite dalle onde e dal vento per migliaia di anni che rischiano di essere cancellate in pochi giorni dal nero indelebile dell'indifferenza e dell'avidità.



Link Utili:


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